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Tipologia
Tesi compilativa
Argomento
Studio di nuovi approcci farmacologici per il processo cicatriziale dopo chirurgia del glaucoma.
Disponibile dal
05/10/2020
Presso
Clinica Oculistica (Prof. Fea) Ospedale Oftalmico – ASL 1 Torino
Altre informazioni

Il glaucoma e’ una patologia neurodegenerativa che comporta una progressiva perdita di cellule ganglionari con un conseguente restringimento del campo visivo ed una perdita della funzione visiva. Attualmente e’ la seconda causa di cecita’ prevenibile nel mondo e la sua prevalenza e’ destinata ad aumentare in seguito al progressivo invecchiamento della popolazione. L’unico fattore su cui sia possibile intervenire attualmente e’ la pressione intraoculare. Essa puo’ essere ridotta mediante la terapia farmacologica, la terapia laser e la terapia chirurgica. La terapia farmacologica e’ efficace ma non priva di effetti collaterali e numerosi studi dimostrano che tende ad alterare la superficie oculare, rendendo meno efficaci interventi chirurgici successivi. Inoltre si ritiene che, analogamente a quanto accade in altre malattie croniche, l’aderenza alla terapia sia relativamente bassa. Secondo alcuni lavori, solo il 50% dei pazienti continua la terapia oltre i sei mesi. La terapia laser, per quanto sia stata recentemente rivalutata (vedi Gazzard G, Lancet 2019) non e’ diffusamente applicata in larga parte per la perdita di efficacia che dimostra nel lungo periodo. La chirurgia tradizionale, peraltro, (trabeculectomia e impianti valvolari) tendono ad essere utilizzati tardivamente per il rischio relativamente elevato di complicanze. Per tale ragione sono state proposte negli ultimi anni numerose tecniche, raggruppate complessivamente sotto l’acronimo MIGS (minimally invasive glaucoma surgery). Esse sono rivolte ad incrementare il deflusso attraverso tre distinte aree anatomiche: il canale di Schlemm, la via sopracoroideale e la via sottocongiuntivale. Le metodiche che permettono il deflusso attraverso il canale di Schlemm sono caratterizzate da un profilo di sicurezza molto elevato, ma non permettono di ridurre la pressione al di sotto di quella fisiologica che comunque spesso non e’ sufficiente a prevenire la progressione del danno glaucomatoso. Attualmente non sono in commercio metodiche che utilizzino la via sopracoroideale (il Cypass e’ stato infatti ritirato dal commercio perche’ determinava un significativo danno a livello dell’endotelio corneale). Le metodiche sottocongiuntivali utilizzano come via di deflusso la stessa via che e’ impiegata dalle metodiche tradizionali ed in particolare dalla trabeculectomia. In sostanza si crea un passaggio tra la camera anteriore e lo spazio sottocongiuntivale per favorire il deflusso dell’umor acqueo, riducendo cosi’ la pressione intra-oculare. Le metodiche MIGS (XEN, Preserflo), tuttavia , utilizzano dei “tubi” dal diametro molto piccolo (45, 63 e 75 micron) in modo da evitare una brusca riduzione della pressione e prevenendo quindi in larga parte la maggior parte delle complicanze precoci. Tali metodiche tuttavia, analogamente alla trabeculectomia, per poter essere efficaci nel lungo termine, necessitano di un controllo dei processi fibrotici a livello congiuntivale e tenoniano. Per tale ragione vengono generalmente utilizzati antimetaboliti, che sono tuttavia offlabel e che comunque possono determinare danni significativi a livello della congiuntiva e quindi sono fonte di possibili complicanze nel breve e nel medio periodo. Scopo di questo lavoro e’ quello di valutare possibili candidati meno invasivi per modulare il processo cicatriziale dopo chirurgia del glaucoma.

Rivolgersi a:

Docente
Massimo Collino
Email
massimo.collino@unito.it
Telefono
0116706861
Ultimo aggiornamento: 05/10/2020 19:27

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